giovedì, settembre 22, 2005

La vita in una caverna

Ma noi come possiamo essere sicuri di non vivere in una caverna? Nell’ipotesi in cui ci troviamo in una caverna, chi ha costruito l’accrocchio per farci credere che si tratti della realtà? E soprattutto, se qualcuno ha costruito l’accrocchio, perché lo ha fatto? Probabilmente per ognuna di queste domande potrei stare qui ad arrovellarmi il cervello per mesi e mesi senza mai arrivare ad una conclusione ma, siccome nessuno mi corre dietro, vorrei provarci lo stesso mettendoci quella pazienza che molti mi attribuiscono.
Per poter rispondere alla prima domanda dovremmo prima, secondo me, definire cosa intendiamo per “caverna”. Tenendo ben in mente il mito di Platone, potremmo definire caverna quel luogo dove le persone che sono state poste all’interno, non sapendo come sia la vera ed assoluta realtà, credono che quella che vedono sia l’unica realtà possibile. Alla stessa stregua del mito di Platone, anche noi potremmo essere prigionieri in una caverna pensando che ciò che vediamo è l’unica realtà possibile mentre in realtà potremmo essere solo di fronte ad un riflesso di quella che è la realtà assoluta. Sappiamo benissimo che dei nostri sensi non ci dobbiamo fidare in quanto percepiscono solo una parte di ciò che ci circonda come per esempio gli occhi non ci mostrano tutta la gamma di lunghezze d’onda che la luce può assumere. Se pensiamo ad Einstein, invece, ci ha insegnato che la realtà che ci circonda è un continuo spazio-temporale che si deforma in funzione della quantità di massa/energia presente: e chi l’avrebbe mai detto!!! Quindi i nostri sensi non ci dicono tutta la verità e la scienza ci insegna che c’è molto ma molto di più di quello che noi comunemente pensiamo che ci circondi. Direi che già questi elementi sono sufficienti per decretare, senza ombra di dubbio, che ci troviamo in una caverna!!! La cosa che mi preoccupa ancora di più, però, è che il problema caverna sembra essere molto più ampio del solo aspetto percettivo. Pensiamo per esempio alle nostre esperienze di tutti i giorni: abbiamo problemi in ufficio, ci innamoriamo di una persona, perdiamo il pullman, degli amici ci fanno una festa…. È lecito pensare che anche tutto ciò che ci accade siano solo dei riflessi sul fondo di una caverna? Qui la scienza non ci viene molto in aiuto anche se, secondo l’idea Newtoniana, il tutto può essere espresso da una legge matematica e comunque esiste sempre una legge di causa ed effetto nelle cose. Se questo fosse vero, allora, per sapere qual è la verità assoluta basterebbe “solo” conoscere quale è la causa di tutte le cause, l’inizio di ogni ciclo infinito.